Il virus West Nile è responsabile di un’infezione che, nella maggior parte dei casi, decorre in modo asintomatico. In meno dell’1% dei casi può determinare sintomi quali febbre, forte cefalea, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi visivi, torpore, convulsioni, fino paralisi e coma. Alcuni esiti neurologici possono essere permanenti.
Nei casi più gravi (circa 1 su 1.000) il virus può causare un’encefalite letale. Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta vari fra 2 e 14 giorni e può arrivare fino a 21 giorni nei soggetti immunodepressi.
I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare, più frequentemente del genere Culex, le cui punture rappresentano il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Modalità di trasmissione più rare sono documentate tramite trapianti d’organo, trasfusioni di sangue o passaggio madre-feto in gravidanza.
La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona in quanto l’uomo, come gli equini, è un ospite a fondo cieco, incapace cioè a sua volta di infettare altre zanzare a differenza di altre arbovirosi. Il virus può infettare anche altri mammiferi, in particolare gli equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altre specie.