La Resistenza a Uzzano

La Resistenza a Uzzano

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8 Settembre 1944: la Liberazione del Comune di Uzzano

In quel venerdì, un'ambulanza con a bordo una finta ammalata, la pesciatina Ivonne Mariani, moglie del partigiano "Ganna", si recò alla Chiesina e fece da apripista agli angloamericani in direzione della città di Pescia. I nostri nonni ci raccontavano che le truppe alleate, al loro passaggio, lanciavano alla folla festante cioccolate, gomme da masticare e altre golosità che non si erano mai viste dalle nostre parti. Le brigate partigiane, che sul nostro territorio erano per lo più riconducibili alla "XI zona" di "Pippo", al secolo Manrico Ducceschi, scesero dalle colline e convogliarono tutte verso la piazza di Pescia. Le campane di tutti i paesi suonarono a festa, sul campanile di Uzzano alcuni giovani issarono la bandiera Tricolore.

La lotta partigiana nel nostro Comune era coordinata da un Comitato di Liberazione Nazionale, espressione delle forze politiche democratiche, congiunto tra Pescia e Uzzano. Soltanto alla fine del '44, si costituì un CLN autonomo per Uzzano, a capo del quale fu posto Carlo Angeli, democristiano, già assessore comunale prima del fascismo, poi consigliere comunale e provinciale nel Dopoguerra. Assieme a lui, Lodovico Rossi, socialista, Gino Parlanti, democristiano, Bruno Natali e Arturo Angeli, comunisti. Collaboratori il prof. Adolfo Bagnatori, monarchico, Otello Ercolini, democristiano, e Pietro Sabatini, il popolare macellaio "Pippotto" di S. Lucia, liberale.

La nostra gente poteva ora far festa, lasciandosi alle spalle anni di sofferenze, lutti, distruzioni, persecuzioni. Anche Uzzano avrebbe potuto avviare l'altrettanto difficile periodo della ricostruzione materiale e morale del paese e delle sue frazioni.

Ecco le formazioni partigiane che agirono sul nostro territorio:

- 2° G.A.P. (Gruppo Azione Patriottica) “Siepe”, formatosi in seno al CLN di Pescia e Uzzano dopo l’8 settembre 1943, operante nella zona di Uzzano e Pianacci.

Componenti: Bruno Natali, capogruppo; Bruno Bellandi, vice caposquadra; Ivo Silvestri; Cesare Natali; Enrico Bellandi; Enrico Quiriconi; Vivaldo Franchi; Renzo Campioni; Siro Pieri; Angelo Brissi; Dino Capocchi; Fiorenzo Angeli; Irio Stiavelli; Idio Silvestri; Salvatore Guicciardo; Saverio Spicciani; Arturo Angeli; Silvano Incerpi.

Collaboratori: Luigi Petrini; Maria Incerpi; Rolando Del Ministro; Orlando Lucaccini; Ricciardo Incerpi.

- 13° G.A.P. (Gruppo Azione Patriottica) “Tania”, formatosi nell’agosto 1944 in seno al CLN di Pescia e Uzzano, operante nella zona della Costa e Santa Lucia.

Componenti: Duilio Antonini, capogruppo; Giuseppe Antonini; Ezio Pasquinelli; Michele Michelotti; Vasco Michelotti; Elio Minghi; Giovanni Franchi; Renzo Papini.

- Formazione Paganelli “Patria e Libertà”, formatasi nel giugno 1944 in seno al CLN di Chiesina Uzzanese, operante nella zona del Molinuovo e Torricchio.

Componenti: Marino Paganelli, capogruppo; Luigi Pacini; Edoardo Stipiti; Giovanni Magrini; Omero Pasquinelli; Edoardo Girolami; Lido Birindelli; Mario Bacci; Aldo Bacci; Vivaldo Bacci; Armando Bacci; Rino Niccolai; Ado Girolami.


L'assassinio di Giordano Rosi

Collocata sulla facciata del Palazzo del Capitano, una lapide marmorea ricorda l'assassinio di Giordano Rosi, avvenuto il 18 maggio 1925 ad opera dei fascisti locali. Il Rosi era un muratore pesciatino poco più che ventenne, di simpatie anarchiche, che si trovava a Uzzano per incontrare la sua ragazza o, meglio, come si sarebbe detto, la "dama". Passato a bersi un "quartino" alla mescita del paese, fu provocato da una "squadraccia" composta da fascisti di Pescia, del Borgo e anche di altre frazioni uzzanesi, che gli tese un'imboscata in mezzo alla Piazza Umberto I e uno degli squadristi gli sparò, ferendolo a morte. Di seguito, l'articolo di un giornale dell'immediato dopoguerra, nel quale si racconta l'avvenimento e la successiva commemorazione, durante la quale fu apposta la lapide.

Da “Il Risveglio/L’Avvenire” del 22/09/1945

"Onoranze alla vittima del fascismo Giordano Rosi

Il 18 maggio 1925, colpito alla fronte da un colpo di moschetto, partito da un gruppo di fascisti pesciatini imboscati nelle adiacenze della piazza principale del nostro Castello, cadeva il giovane lavoratore Giordano Rosi di Pescia. Di animo generoso, era sempre pronto a prendere le difese del debole ed è naturale che il fascismo fin dal suo sorgere lo avesse fra i suoi tenaci e attivi oppositori. Coraggioso fino alla temerarietà, di una forza non comune nessun atto di sopraffazione fascista potè essere compiuto alla sua presenza. Per questo fatto, era assai odiato e la sua soppressione era ritenuta indispensabile dai dirigenti fascisti di Pescia e Uzzano, e la vile imboscata a lui tesa ebbe il successo sperato. Avvenne la farsa del processo durante il quale si tentò d’infangare la memoria della vittima i familiari presenti alla seduta dovettero allontanarsi dall’aula perché minacciati dalla canaglia presente e il processo terminò infine con l’assoluzione per legittima difesa di un giovane criminale che tanta parte delittuosa ebbe anche successivamente nelle squadre fasciste della nostra zona, confessatosi autore dell’omicidio per salvare, come si dice, dietro pagamento, i veri responsabili. Dopo la liberazione della Patria, la cittadinanza giustamente attendeva che con sollecitudine fosse riaperto il processo, affinché la giustizia alfine potesse trionfare; ma fino a oggi non sappiamo poi quali lungaggini burocratiche l’attesa è stata vana. Intanto, a cura della Sezione comunista di Uzzano, è stata posta una lapide nel luogo ove il delitto fu compiuto. L’inaugurazione ebbe luogo il giorno 16 settembre alla presenza dei familiari, di diverse rappresentanze di partiti di massa e di numerosi cittadini. Parlarono la compagna Vannelli, il compagno avv. Romei e il commissario prefettizio di Uzzano colonnello Piero Incerpi."


La storia di Bruno Natali

Bruno Natali era nato a Uzzano, proprio nel centro storico, il 4 gennaio 1919 da una numerosa famiglia. Come la maggior parte della sua generazione, non aveva potuto studiare a lungo, tuttavia la vita gli aveva insegnato il senso critico e la volontà di ribellarsi alle ingiustizie. Di simpatie politiche comuniste, dopo il fatidico 8 settembre 1943 non ebbe dubbi da che parte stare e aderì alla Resistenza. Il territorio dell’odierno comune di Uzzano entrò sotto le competenze del Comitato di Liberazione Nazionale di Pescia, alle cui dipendenze operavano i gruppi di partigiani delle colline circostanti, mentre la parte bassa rientrò nel CLN di Chiesina Uzzanese. I ritrovi clandestini del CLN di Pescia e Uzzano erano una casa sul Rio del Giocatoio, posta a fianco della Torre del Seminario (una targa ce lo ricorda), ma anche i locali di servizio del Teatro Pacini (il cui custode era Amos Bartolozzi, membro del CLN) e un’osteria al Torricchio. Bruno fu posto al comando, con il nome di battaglia "Piff", del II Gruppo di Azione Patriottica “Siepe”, che aveva il proprio raggio d’azione tra Uzzano, i Pianacci e Malocchio e faceva parte del IV Raggruppamento Gappisti, comandato dal Tenente Umberto Frateschi. L’equipaggiamento in munizioni del G.A.P. “Siepe” constava di 17 fucili di fabbricazione italiana e tedesca, con 972 colpi, 1 “macin pistole” da 800 colpi, 2 mitra da 500 colpi, 12 pistole da 80 colpi e 15 bombe a mano. Del G.A.P. “Siepe” fecero parte anche gli uzzanesi Arturo Angeli, Fiorenzo Angeli, Bruno Bellandi, Enrico Bellandi, Angiolo Brissi, Renzo Campioni, Silvano Incerpi, Cesare Natali, Siro Pieri, Ivo Silvestri, Saverio Spicciani, Irio Stiavelli e Idio Stiavelli, i pesciatini Dino Capocchi, Vivaldo Franchi, Enrico Quiriconi e il palermitano Salvatore Guicciardo. Collaboratori furono gli uzzanesi Ricciardo Incerpi e Luigi Petrini con i pesciatini Rolando Del Ministro e Orlando Lucaccini. C’era anche una donna tra i collaboratori, l’uzzanese Maria Incerpi. Tra le azioni militari svolte dal G.A.P. “Siepe” si ricordano numerosi disarmi di repubblichini residenti nella zona, la persuasione di sette soldati e un medico russi, appartenenti a un reparto tedesco dislocato presso la fornace Cecchi, alla diserzione e il loro arruolamento nella banda “Cipriano Cipriani” di Massa e Cozzile, il sabotaggio delle linee telefoniche presso il comando tedesco presente al Torricchio, il rintraccio e recupero di munizioni poco fuori Montecarlo, a seguito del quale il 20 agosto 1944 ci fu uno scontro, sulla via del ritorno, con le truppe tedesche presso la Villa di Quarrata, infine nella notte tra il 7 e l’8 settembre 1944, alla vigilia dell’arrivo degli Alleati, l’occupazione del paese di Uzzano con l’innalzamento del Tricolore sul campanile della chiesa e il mantenimento dell’ordine pubblico. Il 7 maggio 1944, Bruno fu eletto presidente del Sotto Comitato di Liberazione Nazionale di Uzzano, dipendente da Pescia, che il successivo 29 settembre divenne CLN autonomo, con il democristiano Carlo Angeli presidente, il socialista Lodovico Rossi segretario, il democristiano Gino Parlanti cassiere, i comunisti Arturo Angeli e Bruno stesso membri, il democristiano Otello Ercolini, i liberali Adolfo Bagnatori e Pietro Sabatini collaboratori. Nel 1968, Bruno intraprese una significativa impresa imprenditoriale, fondando assieme alla moglie Licia l’omonimo maglificio a Sant’Allucio, specializzato nella produzione di articoli per lo sport, tutt'oggi fiorente. È morto nel 2009, alle soglie dei novant’anni. Un ringraziamento a Bruno e a tutti coloro che hanno reso libera la nostra comunità.

(fonte: Alessandro Riccomi, Sei un vero uzzanese se...)

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Pagina aggiornata il 10/12/2024